In prossimità delle punte vi sono a volte propagini che seguono essatamente la conformazione della costa, altre che irregolamente disegnano linee spezzate altre come in questo caso rimangono dissasate rispetto alla parte immersa del capo, forse perchè erosione del mare ha eliminato quei punti di contatto che un tempo facevano si che tutto fosse un monoblocco roccioso.

Qui sulla punta del porticciolo è sempre difficile trovare il giusto ormeggio perchè le correnti si alternano in direzioni diverse anche nell’arco di porche ore. Dovremo dunque immergerci ad una 50tina di metri verso la baia e poi per correre sott’ acqua questo tratto che non presenta particolari
caratteristiche se non quelle disparuti ciuffi di posidonia con qualche sasso dove spesso fa capolino qualche piccola murena. Raggiunto il capo, il fondale si fa più ripido e tutto ad un tratto ci appare maestoso sulla nostra sinistra un imponente monolite roccioso che delimità una parete a picco che degrada fino a 32 metri. Qui sul fondale sabbioso si incontrano pelagigi di singulare belezza: Pesci
luna che nuotano curiosi verso di noi cambiando bruscamente direzione per poi allontanarsi definitivamente verso mare aperto. E’ un imagine unica e sugestiva che ci lascia atoniti quasi increduli. Poi proseguendo verso ponente si scorgono enormi massi devo si intravedono le prime cernie, che inpaurite si rintarnano tra le spaccature della roccia.
Il tempo di iluminarne una che dalla parete spuntano le antenne di alcune aragoste.
E’ ora di risalire e avvicinandoci a quota 12 metri andiamo a cercare il relitto di una fiat 500, buttata giù dalla rupe nei primi anni 70, se ne riconosce ancora la sua inconfondibile parte posteriore pur avendo perso completamente il tetto.

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SECCHE DEL FRATE

Sul versante nord orientale ad una distanza di circa 250 metri dall’isola di Palmaiola

PICCHI DI PABLO

Doppiata la punta di Capo Calvo, seguendo la costa, vi è un punto dove

SASSI NERI

Usciti dal golfo di Porto Azzurro in prossimità di capo calvo vi è una